
NOVARA -20-12-2019 - Risultati straordinariamente
positivi per l'ambulatorio patologico dell'azienda ospedaliero-universitaria "Maggiore della Carità" di Novara, per quanto riguarda l'epatite C. I dati riferiti al trattamento dei primi 1000 pazienti affetti da epatite C che sono stati curati presso l’ambulatorio epatologico della Medicina Interna 1 (diretta dal prof. Mario Pirisi) con i farmaci cosiddetti interferon-free, dicono che il 96% dei malati che hanno avuto prescritta la terapia sono guariti della loro infezione. Una percentuale che sale al 98% se si considerano solo quelli che hanno seguito tutto il percorso di trattamento suggerito dai sanitari, inclusa l’esecuzione dell’esame che – 12 settimane dopo l’ultima assunzione del farmaco – certifica la guarigione dall’infezione. Meno del 2% di chi completa la cura rimane infetto, ed anche per questi è disponibile una seconda opzione che cura oltre il 90% di questi pochi malati da un’infezione “resistente”.
"Un risultato straordinario, impensabile solo pochi anni fa – spiega il prof. Pirisi – tale da rendere l’epatite C paradossalmente un’infezione curabile oggi con maggiori aspettative di guarigione rispetto alla comune tonsillite. Un successo al quale hanno contribuito tutte le componenti dell’Aou: medici e infermieri dell’ambulatorio epatologico e di altri reparti (Malattie infettive, Medicina interna 2, Gastroenterologia, Chirurgia generale 2), e personale appartenente a servizi come Farmacia, Microbiologia, Anatomia Patologica e Radiologia"
L’infezione da virus dell’epatite C è una causa importantissima di epatite cronica, che può andare incontro a esiti gravi come la cirrosi o il cancro del fegato. Da qualche anno, la ricerca ha messo a disposizione dei medici terapie con agenti ad azione diretta contro il virus C che non solo sono estremamente efficaci, ma anche molto ben tollerate, al contrario di quanto avveniva nel recente passato con i trattamenti a base di interferone.


