
MOMO -08-08-2019 - SI tratta di un edificio
edificato prima dell'anno mille, di grande presigio, quello del Monastero di San Bartolomeo dell'Ordine degli Umiliati di Momo, messo da poco in vendita. Le sue origini ed evoluzioni nel corso dei secoli sono descritte nel volume “Momo – Contributi per la storia di una località chiave del Medio Novarese” (Ed. Comitato festeggiamenti santi Zeno e Tecla, 1985) di Giancarlo Andenna, storico novarese considerato uno dei massimi esperti di storia medievale. Il libro riporta il contributo di Giuseppe Balosso, che nella sezione dedicata scrive: “Il Monastero di Momo dovrebbe essere sorto ancor prima dell'anno Mille, in base a quanto si legge in un documento datato al 25 gennaio 1604, che fa risalire la fondazione ad oltre seicento anni prima di quel giorno”. Balosso riferisce che al suo interno vivevano una ventina di monache: a metà del '400, , il Monastero si ritrovò conteso: i reggitori del Comune di Novara volevano assumerne il controllo, dopo l'adesione al Capitolo del Duomo (Milano). Ma le monache scomodarono il duca Lodovico il Moro, il quale dispose che rimanesse sotto la giurisdizione del vescovo di Novara e introdusse l'osservanza delle regole di Sant'Agostino. Nel libro si legge che “nell'anno 1562 furono eseguiti importanti lavori di ristrutturazione nel monastero, comprendenti la costruzione di un refettorio. Fra il 1617 e il 1618 fu ristrutturata la chiesa di San Bartolomeo, mentre fra il 1624 e il 1627 furono eseguiti “grandiosi lavori di ampliamento e di ristrutturazione del monastero”. In quel periodo fu costruito il porticato e alla fine degli interventi l'edificio era dotato di “un forno di cottura, oltre alle cucine e agli orti; ma la roggia che entrava nel monastero non serviva più ad alimentare gli operosi macchinari dell'epoca medievale (per la produzione tessile, ndr)”. Il decadimento dell'attività all'interno del complesso iniziò nella seconda metà del Settecento, con la riduzione delle vocazioni e fu la stessa badessa a chiederne la chiusura al Vescovo. Il monastero chiuse i battenti il 26 giugno 1782. Smise di essere di proprietà della Chiesa in epoca napoleonica, con “la confisca di tutti i beni, nell'anno 1805”.


