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NOVARA-16-06-18-Primi testi per l’accusa al processo davanti alla Corte d’Assise di Novara per l’omicidio di Ida Lagrutta, la gioielliera, titolare del negozio Oro 999 di Corso Risorgimento a Novara, vittima di un’aggressione in seguito a una rapina la sera del 18 novembre del 2011. La donna fu aggredita nell’ufficio, nel retro del negozio, dove si trovava la cassaforte e rimase a terra, priva di conoscenza. Fu soccorsa e portata in ospedale dove morì 10 giorni dopo senza aver mai ripreso conoscenza. In aula, chiamato dalla Procura a rispondere dell’accusa di concorso in rapina e concorso anomalo in omicidio, Salvatore Stentardo, novarese di 62 anni, attualmente detenuto per l’omicidio di Maria Rosa Milani, la pensionata uccise nel cortile della sua abitazione nei boschi di Oleggio nel settembre del 2014. Stentardo, difeso dall’avvocato Carla Montarolo di Biella, non è ritenuto responsabile dell’omicidio ma, per la Procura, titolare il sostituto Ciro Caramore, sarebbe stato  il mandante di quella rapina finita con un brutale aggressione. In aula hanno testimoniato agenti della Questura di Novara, di una Volante, che intervenne perché quella sera, alle 18.43 era scattato l’allarme del compro oro. “All’interno del negozio – ha detto in aula un agente della Volante giunta pochi minuti dopo che era scattato l’allarme – non c’era nessuno ma la luce era accesa. La porta, la prima, quella che si trova sulla strada, era spalancata ma quella interna, che immette nel negozio, era chiusa e chiedemmo l’intervento dei vigili del fuoco. Da una finestra scorgemmo all’interno, nel locale dietro al negozio, la sagoma di una donna a terra”. Quando entrarono trovarono Ida Lagrutta in posizione prona, con la testa verso la cassaforte, che era aperta, e molto sangue. Intervennero i soccorritori del 118. “Era incosciente” ha riferito il medico dell’equipe della medicalizzata. Dopo la Volante arrivò la squadra Mobile e la Scientifica e iniziarono i rilievi. Sul bancone del negozio c’era un vassoio con dei gioielli “cosa che faceva quando doveva mostrare qualche oggetto a un cliente, altrimenti i gioielli erano ritirati” ha detto la figlia. Il processo prosegue il 23 luglio. Già fissate in calendario udienze fino a dicembre.

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