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tribunale novaraNOVARA-01-06-2018- Assolta “perché il

fatto non sussiste”. Era stato un cliente, sessantenne novarese, a denunciarla per rapina e lesioni, sostenendo che, una volta arrivati a casa e dopo che lui le aveva detto di non avere i soldi, lei, giovane prostituta albanese che in quegli anni - la vicenda risale all’autunno del 2013 -  si prostituiva in città, a suo dire, aveva perso letteralmente le staffe. Prima l’aveva insultato, poi aggredito lanciandogli addosso alcuni oggetti e infine sotto la minaccia di un coltello l’aveva costretto ad andare in macchina con lei fino al primo sportello bancario per prelevare il denaro con il bancomat. Ma il tentativo di prelievo era andato a vuoto perché quel giorno, così aveva riferito l’uomo in aula, aveva dovuto far fronte ad altri pagamenti e aveva superato la “soglia giornaliera”. Lei a quel punto gli aveva preso le chiavi della macchina e le aveva gettate nelle acque di un canale vicino. Ma in aula la donna aveva raccontato un’altra storia: nessun danneggiamento in casa, faceva parte di un gioco erotico che lui stesso aveva chiesto. Nessuna minaccia, solo insulti; unica ammissione quella di avergli gettato via le chiavi dell’auto. Lo stesso pubblico ministero in conclusione di requisitoria aveva chiesto l’assoluzione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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