NOVARA  -29-05-2018- Finito a processo con

le accuse di maltrattamenti e violenza sessuale alla moglie, un quarantenne novarese è stato assolto dai maltrattamenti e condannato a 8 mesi per violenza sessuale nell’ipotesi più lieve; il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione. Dopo quell’episodio di tentata violenza la donna era andata dai carabinieri e l’aveva denunciato raccontando di una vita costellata dagli insulti, dalle vessazione e dalle minacce ma poi in aula, davanti ai giudici aveva ridimensionato il racconto. “Lo istigavo, non stavo zitta, anziché lasciar perdere gli rispondevo sempre e così si innescavano le discussioni”; discussioni e liti che, stando all’accusa, erano piuttosto accese e violente. Ma quel giorno era andata dai carabinieri “ l’ho denunciato perché aveva cercato di usarmi violenza ma in realtà le cose erano andate così: eravamo a letto, faceva caldo, io mi sono tolta la maglietta e forse lui ha interpretato male. Io non volevo così mi ha tenuta ferma per le braccia, mi ha strappato la biancheria intima e l’ha gettata nel caminetto. Mi sono liberata e sono scesa al piano di sotto. Lui continuava a gridare”. Ma ai carabinieri aveva raccontato che l’aveva insultata pesantemente e minacciata di portarle via i figli. In casa, secondo quanto aveva raccontato la donna ai carabinieri, il clima era piuttosto pesante: non solo litigi ma anche lanci di oggetti; “una volta – ha raccontato la donna – dopo una discussione ha sfondato con un pugno la porta della camera da letto e in un’altra occasione ha lanciato un posacenere”. “Insulti tanti – aveva concluso davanti ai giudici –  ma le mani addosso non me le ha mai messe”. Superato quel momento, forse difficile per la perdita del lavoro di entrambi, i coniugi sono tornati a vivere insieme. I giudici lo hanno assolto dall’accusa di maltrattamenti e condannato per violenza sessuale, nell’ipotesi più lieve, a 8 mesi.