NOVARA - 29-05-2018 - L'Anatomia Patologica dell'azienda
ospedaliero-universitaria "Maggiore della Carità" di Novara, fra i protagonisti di un'importante scoperta sui Bk virus. E’ stato infatti recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista “Cell Host and Microbe” (Impact Factor 15) un articolo sul tema. Si tratta di un lavoro nato dalla collaborazione scientifica tra prestigiose istituzioni universitarie degli Stati Uniti (National Cancer Institute, Bethesda, Henri Ford Hospital, Detroit; Dept of Molecular Microbiology Washington University School of Medicine, Institute of Molecular Virology and Howard Hughes Medical Institute, University of Minnesota), europee (Institute of Virology, Homburg/Saar, Germany) e istituzioni novaresi che fanno capo alla struttura complessa a direzione universitaria “Anatomia Patologica” dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, diretta dal professor Renzo Boldorini, del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale e all’Unità di Virologia del Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale (professoressa Gariglio e dottoressa Borgogna). Lo studio ha riguardato la caratterizzazione molecolare di BK Virus, mediante una speciale tecnica, isolati da biopsie renali di due pazienti trapiantati di rene presso l’Azienda di Novara, che hanno sviluppato nefropatia proprio con questi virus, e successivamente un carcinoma renale. I BK Virus sono quiescenti in genere per tutta la vita; in soggetti immunodepressi, quali i pazienti portatori di trapianto renale, possono riattivarsi e in alcuni casi causare severi danni al rene trapiantato. Il testo dimostra come l’insorgenza di specifiche mutazioni nella possano conferire maggiore aggressività biologica al virus. Queste mutazioni sembrano essere ospite-specifiche e la loro identificazione in pazienti trapiantati di rene, ad esempio su campioni di sangue o urine, potrebbe risultare utile nel monitoraggio dei pazienti con infezione da BK Virus a rischio di sviluppare danno renale irreversibile, utilizzando strategie terapeutiche preventive.


