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giustizia legge foto

NOVARA-12-05-18-Quello che l’uomo, sessantenne novarese, aveva fatto agli agenti della questura era il racconto di una sera da incubo. Aveva riferito di aver incontrato in un parcheggio una prostituta di cui sporadicamente era stato cliente, di averle proposto di andare a casa sua per “mangiare un boccone e bere un bicchiere di vino” ma una volta arrivati nel suo appartamento, dopo il suo rifiuto ad avere un rapporto “perché non avevo soldi e quel giorno avevo già dovuto far fronte ad altri pagamenti”, lei era diventata una furia. Prima le parole, poi l’aggressione a suon di lanci di bottiglie e posacenere,  quindi la minaccia con un coltello e il “sequestro” fino al bancomat più vicino dove  lui avrebbe dovuto prelevare la somma che,  a dire della donna, le avrebbe comunque dovuto “perché aveva perso il guadagno della serata”. “Ma non potei prelevare perché avevo già superato la soglia giornaliera” aveva raccontato il novarese e lei, di fronte a quell’intoppo, aveva perso le staffe, gli aveva sequestrato le chiavi della macchina e le aveva gettate nelle acque di un canale. Per la donna, giovane albanese, era scattata la denuncia per rapina e lesioni. In aula però sono state ascoltate le colleghe della giovane donna che hanno raccontato una storia un po’ diversa. “Ero con lei in quel parcheggio. E’ arrivato in auto, lo conoscevo anch’io perché avevo avuto un incontro tempo prima. Ha chiesto se fossimo disponibili ad andare a casa sua, ci ha chiesto il costo della prestazione e poi ha deciso di andare solo con lei. Dopo un po’ l’ho vista arrivare a piedi, piangeva, diceva che aveva fatto un “casino” perché lui non voleva pagarla. Anche con me aveva fatto così: dopo l’incontro mi aveva lasciato in pegno un orologio dicendomi che sarebbe andato a prelevare la somma. Ma non è più tornato”.  “Per un po’ mi ha pagata regolarmente - ha aggiunto un’altra - Poi ha iniziato ad avere difficoltà e a pagarmi a rate”. L’imputata ha negato con fermezza sia di averlo aggredito, sia di averlo minacciato con un coltello; “danneggiamenti in casa? Facevano parte dei giochi erotici che lui chiedeva. E’ vero che l’ho insultato e che gli ho buttato via le chiavi della macchina”. Il pubblico ministero ha chiesto l’assoluzione per la donna, si torna in aula a giugno per la sentenza.

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