
NOVARA-12-05-18-“Certo che sentivo che litigavano sempre, sembravano due gatti. Ma io stavo a casa mia, abito al primo piano e loro al terzo, non capivo cosa si dicessero, non sentivo le frasi precise, solo le urla. Insulti? Sì, è capitato una volta, ero giù in cortile con la signora (straniera, ndr) e i suoi bambini e ho sentito che l’altra l’ha insultata. So che da quel giorno non è più scesa in cortile con i bambini; dice che non può più uscire sennò la insultano”. L’ “altra” è una donna di 65 anni finita a processo con l’accusa di stalking aggravato nei confronti di una straniera residente nel suo stesso condominio, parte offesa al processo ma non comparsa in aula. Ma, a quanto par di capire la convivenza in quel condominio non era delle più semplici. “Io sono arrivata in quell’appartamento nel 2004 - ha proseguito la teste - Lei c’era già, ha provato ad attaccare briga anche con me per la storia dei turni della pulizia delle scale del palazzo; prima c’erano dei turni scritti poi uno non le faceva, l’altro neanche e mi sono ritrovata solo io a pulire. Io, che abito al primo piano. Però non le ho mai dato corda; io non le parlo, lei non mi parla”. E che i rapporti tra i condomini non siano dei più idilliaci lo testimoniava anche il loro atteggiamento nei corridoi del tribunale: l’imputata da sola in attesa su una panca, due altri condomini sull’altra a debita distanza e senza alcun contatto, né verbale, né visivo. “A dire la verità non so cosa accadeva nella palazzina - ha aggiunto un altro residente chiamato come testimone - Io per lavoro esco presto la mattina e rientro nel tardo pomeriggio, non ho mai sentito nessun litigio. Non parlo con nessuno ma mia moglie mi aveva detto che sì, qualche litigio si era verificato ma non saprei dire niente di più”. Intanto la parte offesa, tramite il suo avvocato, ha manifestato l’intenzione di ritirare la querela e il giudice ha rinviato l’udienza a dicembre quando in aula dovrebbe comparire proprio la donna oggetto degli insulti della sessantenne.


