NOVARA -09-05-2018- E' un giorno molto
triste per la musica novarese. Se ne è andato a 78 anni, affetto da un male incurabile, il noto pianista, compositore e arrangiatore jazz Filippo Rodolfi. Allievo di Sante Palumbo e Franco D'Andrea, Rodolfi negli anni settanta è stato attivo in Trio e in numerosissime e famose Big Band. Ha suonato in tutti i più grandi eventi jazz di caratura internazionale, quali (solo per citarne alcuni), l'European Jazz Festival di Smirne con il quintetto Denner o il Toronto Jazz Festival in Canada (rappresentando l'Italia). E' stato fondatore e presidente dell'Associazione Culturale "Workshop", che negli anni settanta e ottanta è stata un momento di aggregazione notevole per musicisti ed insegnanti novaresi. Attivissimo a livello didattico, dalla fine degli anni settanta ha svolto l'attività di musicoterapeuta presso l'Istituto De Pagave di Novara, alla sede di Arona dell'associazione nazionale parkinsoniani, svolgendo anche attività di musicoterapia presso l'Asl di Novara. Sono innumerevoli le sue collaborazioni jazzistiche nel corso dei decenni. Nel luglio 2004 ha curato, in veste di direttore artistico, la prima edizione del 1° Concorso Nazionale "Novara Jazz" organizzato dall'associazione "La Turrissella" (con il patrocinio del Comune di Novara, ATL e Regione Piemonte) che ha proposto con successo al Castello di Novara. Ha ideato con Gianni Lucini lo spettacolo "Un usignolo dal cuore grande", omaggio a Edith Piaf. E' stato presente per molti anni nella programmazione del Teatro “Coccia” con “Aperitivo in Jazz”. Lo ricorda così lo storico bassista Fabio De March, che con lui ha collaborato per anni: "Filippo era una persona bella, ironica, intelligente. Abbiamo condiviso palchi per la musica, chilometri e autogrill. A 18 anni grazie a lui ho cominciato a fare musica di un certo spessore: lui suonava già partiture di Chick Corea e jazz “impegnato”. Per tutti i musicisti novaresi è stata una figura importante. Era conscio del tempo che gli rimaneva, e quando non è stato bene ci ha avvisati tutti al fine di svolgere al meglio il proprio lavoro. Era indubbiamente un precursore: già trent'anni fa presentava dischi con sonorità piuttosto all'avanguardia per quel periodo. Ci mancherà molto". (Andrea Paleari)


