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legge martello

NOVARA -08-05-2018 -"Sì, mi sembra che

sia lui" dice lei in aula; "ma io quella donna non l’ho mai vista", ribatte l’imputato. Ma per l’accusa nessun dubbio: è stato lui, quarantenne residente a Novara, un pomeriggio d’agosto di 7 anni fa a violentare in un appartamento di Novara una prostituta brasiliana e per questo ne chiede la condanna a 8 anni di reclusione. Tutto era iniziato quando lui aveva visto un annuncio a “luci rosse” su una rivista: la donna, che aveva pubblicato anche una sua fotografia, era decisamente carina; aveva telefonato con il suo cellulare al numero indicato, aveva chiesto informazioni e poi aveva raggiunto l’indirizzo indicato dalla donna. Ma quando lei aveva aperto la porta si era trovato di fronte una donna che nulla aveva a che vedere con quella della fotografia; anzi: era decisamente brutta tanto che lui aveva deciso di andarsene; poi lei gli aveva detto che aveva bisogno di lavorare, l’aveva “convinto” e così avevano consumato un rapporto, consenziente ha sempre sostenuto lui, tanto che l’aveva anche pagata 50 euro, prima di  risalire in auto e andarsene. “Appena ho aperto la porta – ha raccontato lei – mi ha preso per i capelli, mi ha dato un pugno in faccia e mi ha trascinato verso la camera da letto. E mi ha violentata, ripetutamente. Poi se n’è andato”. “Questa signora (la parte offesa, ndr) non l’ho mai vista – ha ribattuto lui nel corso dell’esame - Non ho mai avuto nulla a che fare con lei. Con quell’altra signora, pelle scura di origini penso sudamericane, ho avuto un rapporto consensuale e poi me ne sono andato”. “Non si capisce perché la donna dovrebbe aver dichiarato il falso – ha esordito il pubblico ministero - Si tratta di due persone che si erano viste una volta e che non si sarebbero incontrate probabilmente mai più. Del resto lui ammette di averla chiamata, e lo confermano i tabulati, esattamente all’ora indicata dalla donna come quella in cui avrebbe subito la violenza; ammette di essere andato nel luogo e all’ora in cui la donna dice di aver subito violenza, ammette di aver avuto un rapporto sessuale  come quello descritto dalla vittima, nega “solo” la violenza Sostiene, del tutto in modo inverosimile, che si trattasse di un’altra donna. Il fatto è bruttissimo” e ha chiesto la condanna a 8 anni. Per il difensore proprio le ammissioni dell’imputato (di aver telefonato, di essere andato in quell’appartamento, di aver consumato un rapporto) sarebbero la prova inconfutabile della sua estraneità e ne ha chiesto l’assoluzione. Si torna in aula a fine giugno per eventuali repliche e sentenza.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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