NOVARA-06-05-2018- Un anno di convivenza,
poi il matrimonio e da quel momento erano iniziati i problemi. “La situazione è peggiorata quasi subito - aveva raccontato in aula la donna - Prima semplici discussioni, poi le aggressioni fisiche. Sembrava quasi che con il matrimonio lui si sentisse, come dire, più “sicuro”. Mi controllava anche sulla spesa, perché io non avevo una mia autonomia economica, dovevo chiedergli i soldi per tutto, ricordarmi quanto spendevo e giustificare le spese. Mi faceva pesare ogni minima cosa, anche piccola, come l’acquisto di un giornale o di una maglietta. “Stai sulle mie spalle” diceva “pago tutto io””. Controlli, quelli che lui faceva alla moglie, non solo sugli scontrini della spesa ma anche sul suo cellulare e sulla mail. Poi le minacce: “se mi lasci ti porto via i bambini” dimostrando che “non sei una buona mamma”. Quattro anni di matrimonio nel corso del quale erano nati anche due figli. “Schiaffi, insulti e strattoni. Poi però quel giorno di dicembre non ce l’ho fatta più, sono andata a casa dei miei genitori e poi all’ospedale”. I medici l’avevano visitata, l’avevano giudicata guaribile in una ventina di giorni. Poi era scattata la denuncia. Lui, cinquantenne novarese, è finito sul banco degli imputati chiamato a rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni. In aula davanti al giudice lui ha negato le accuse: nessuna violenza domestica, solo discussioni. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 2 anni e 2 mesi, il giudice lo ha condannato a 10 mesi, pena sospesa, e ha mandato alla sede civile per la quantificazione del danno


