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tribunale novaraNOVARA-25-02-2018- Rapina, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale: queste le accuse che pendono sul capo di un novarese cinquantenne, attualmente detenuto dopo la revoca degli arresti domiciliari, misura alla quale era stato sottoposto dal tribunale di Verbania. E proprio mentre si trovava a casa della madre, in regime di custodia cautelare, si sarebbe reso protagonista di un episodio piuttosto movimentato che aveva visto coinvolte l’ex compagna e la madre di lei. Tutto era accaduto un pomeriggio di fine settembre dell’anno scorso quando la donna, poco più che cinquantenne che per quasi un anno aveva convissuto con il novarese, era andata a casa della “suocera” dove il compagno si era trasferito. "Dopo pranzo è scoppiata una discussione – ha raccontato la donna in aula, che nel processo si è costituita parte civile - Era molto agitato, ho cercato di calmarlo ma lui mi ha strappato di mano le chiavi della macchina e quando io ho cercato di riprendermele mi gettato con violenza sul divano. Poi ha iniziato a insultarmi e minacciarmi, ho preso il cellulare per chiamare i carabinieri e lui me l’ha strappato di mano e l’ha distrutto". La madre di lei si era messa in mezzo e per tutta risposta era stata strattonata anche lei; ma nella caduta la donna, ultraottantenne e con qualche problema di salute, si era procurata delle lesioni, per le quali era stato necessario l’intervento dell’ambulanza, che erano state giudicate guaribili dai medici dell’Ospedale Maggiore in una trentina di giorni. Alla fine erano arrivati i carabinieri e lui se l’era presa anche con i militari. Lo avevano arrestato e alla sera per lui si erano aperte le porte del carcere. E proprio dal carcere lui ha scritto una lettera alla ex compagna, dal contenuto inquietante; minacciava, una volta uscito, di andare da lei e davanti ai suoi occhi togliersi la vita. Lettera che aveva macchiato con del sangue. Il difensore ha avanzato al giudice istanza di revoca dei domiciliari e il giudice, alla luce anche di questi ultimi fatti, ha chiesto alla parte civile se ci fosse qualche opposizione alla richiesta. "Non ho niente in contrario al fatto che venga scarcerato – ha detto la donna - ma a condizione che mi lasci stare e che non mi scriva nemmeno".  Il giudice si è riservato di decidere; si torna in aula martedì prossimo.

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