NOVARA-31-01-2018- Tra i colpi “celebri”
attribuiti alla banda di sudamericani, ora a processo a Novara, anche quello ai danni di Buccellati a Milano, che, nel maggio del 2012, fruttò un bottino di 2 milioni di euro; ma anche quello alla mostra orafa di Anversa in Belgio (bottino 700 mila euro), il colpo in una camera d’albergo a Oslo che fruttò, sempre in gioielli, un bottino di un milione e mezzo di euro. Veri e propri professionisti che arrivavano, colpivano – generalmente si trattava di “semplici” furti dopo che avevano distratto la vittima di turno; solo a Novara, il furto con destrezza del 1° giugno del 2012 alla filiale della banca Monte dei Paschi di Siena (bottino 64mila euro) si è trasformato in rapina perché una cassiera era stata trattenuta per un braccio – e se ne andavano rapidamente alla volta del prossimo obiettivo. Proprio dalla rapina novarese erano partite le indagini della squadra Mobile che avevano iniziato a monitorare tutti gli spostamenti dei componenti del gruppo. “Li avevano chiamati saltamontes (cavallette) proprio perché erano frenetici, si spostavano rapidamente colpendo in sequenza – ha detto in aula un ispettore della Mobile – Dopo la rapina di Novara avevamo iniziato a monitorare i loro spostamenti, intercettando le loro comunicazioni. Ma non era facile stargli dietro perché usavano macchine prese a noleggio, che cambiavano una volta alla settimana, così come i telefoni che utilizzavano per comunicare e che buttavano via una volta alla settimana. Avevano notevole disponibilità di passaporti: andavano all’estero con una generalità e rientravano con altre”. Più di venti, secondo quanto ricostruito dagli agenti novaresi, i colpi messi a segno tra il 2012 e il 2013, oltre che all’estero, un po’ in tutta Italia: da Alessandria a Biella, da Novara all’Elba, da Capri a Cesena, e poi ancora Cortina, Gabicce, Imperia, Aosta, Como. Diciotto le persone a processo – nessuno di loro presente in aula all’udienza di martedì - tutte di nazionalità sudamericana (Colombia, Venezuela, Guatemala, Ecuador, Perù, Costarica e Messico) finite nella rete degli agenti novaresi alla fine di lunghe e complesse indagini terminate nel 2013. Si torna in aula il 27 febbraio per l’ultimo teste, eventuale esame di qualche imputato (finora assenti) e discussione.


