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vesovo s gaudenzio

NOVARA -22-01-2018- E' stata dedicata

al futuro dei giovani l'omelia del vescovo, Monsignor Franco Giulio Brambilla, in occasione della patronale di San Gaudenzio di oggi, lunedì 22 gennaio. Il tema, ha detto il vescovo, è stato suggerito dal Sinodo dei giovani che si terrà nell’ottobre di quest’anno 2018, con il titolo: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. "La strada per crescere verso l’età adulta della vita e della fede è come un esodo, un’uscita dall’Egitto per entrare nella terra promessa passando attraverso il mare e il deserto.  Uscire da – passare per – entrare in sono i tre momenti del cammino dell’esodo. Uscire dalla prima casa, passare attraverso il deserto, per entrare nella casa del futuro: questa è l’avventura con cui si genera alla vita in formato grande. In essa si trova tutta la bellezza del generare, ma anche i pericoli e le tentazioni dell’attraversamento del deserto meraviglioso e spaventoso per crescere nel mondo d’oggi", ha detto Monsignor Brambilla. "L’educazione è diventato un compito arduo nella nostra società complessa. I genitori non hanno tempo perché lavorano entrambi, i nonni li sostituiscono magari concedendo ai nipoti ciò che non avevano dato ai loro figli, gli educatori e gli insegnanti non ricevono molta stima sociale, l’alleanza educativa tra famiglia e scuola è debole, il rapporto della famiglia con la comunità è spesso utilitaristico. Tutti insieme siamo chiamati all’opera di costruire nei figli il patrimonio dell’umanità di domani: diamo meno cose e più valori, doniamo meno beni e più tempo, concediamo meno possibilità e regaliamo più presenza".  Il vescovo ha inoltrre sottolineato le difficoltà dei giovani a diventare adulti, fra problemi di lavoro e altro che non consentono di formare una famiglia: "Per gli adolescenti e giovani di oggi, che sono definiti i millennials, accedere alla vita adulta è diventato un vero sogno, quasi l’aspirazione a una terra promessa in cui è diventato impossibile entrare. Il primo fenomeno la denatalità. Chi ha tra i 25 e 34 anni ha incrociato nella fase più vulnerabile della sua vita la recente crisi economica, da cui non siamo ancora del tutto usciti, e si è trovato a realizzare i suoi desideri molto al di sotto delle sue possibilità. Il secondo fenomeno è la disoccupazione: questa diminuzione del lavoro per le nuove generazioni italiane era già in atto prima della recessione, ma si è accelerata in questi anni di crisiSi nasce di meno perché si sono ridotti gli eventuali partners e nuovi genitori, ma soprattutto perché le scelte di vita sono rimandate per mancanza di mezzi per mettere casa e fare famiglia. A ciò si aggiunge il fenomeno preoccupante dei Neet (senza lavoro e senza formazione: 22%, rispetto al 14% della media europea, dei giovani italiani tra i 15 e 29 anni).  Il terzo dato è l’indebitamento pubblico. Ogni bambino che nasce ha sulle spalle uno zaino con 35 mila euro di debito.  Ciò che può fare la vita pubblica richiede una competente e disinteressata azione di intervento della politica: l’elezione del prossimo parlamento dovrebbe porre al centro il destino della generazione giovanile e la famiglia di domani".

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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