NOVARA -24-12-2017- Aveva trasformato la
cantina di casa in una serra con tanto di lampade e sistema di irrigazione a tempo, e lì, al riparo di occhi indiscreti coltivava con dedizione una decina di piante di marijuana che, vuoi per le cure, vuoi per il micro clima che era riuscito a ricreare in quell’ambiente, crescevano rigogliose. A quelle “piantagione” i carabinieri in realtà erano arrivati quasi per caso, o meglio: in seguito ad un intervento per tutt’altro motivo. “Era una sera di marzo dell’anno scorso quando ricevemmo una chiamata da parte di una donna che chiedeva il nostro intervento per una lite in famiglia – ha detto in aula uno dei carabinieri – A un certo punto lei ci disse che suo marito coltivava piante di marijuana”. E li aveva accompagnati in cantina dove avevano trovato la serra. “C’erano sacchi di fertilizzanti, un impianto di irrigazione automatica e lampade”. Sembra che lui, il marito, poco più che quarantenne, dapprima avesse avviato la coltivazione dentro un armadio in camera da letto ma poi, forse per le rimostranze della moglie che mal digeriva quella presenza un po’ ingombrane, avesse deciso di traslocare in cantina dove si era attrezzato di tutto punto arrivando ad allestire una vera e propria serra. Naturalmente i carabinieri sequestrarono tutto e inviarono le piante al laboratorio per le analisi di routine per la definizione esatta del tipo di canapa e per la determinazione del principio attivo contenuto. Fecero anche una perquisizione in casa in seguito alla quale trovarono “una scatola contenente semi di marijuana” , marijuana già essiccata e pronta per l’uso e un bilancino. Nessuna traccia però di altra attrezzatura che facesse presupporre il confezionamento per il successivo spaccio. Per il pubblico ministero “non c’è la prova dello spaccio e neppure della potenziale pericolosità della sostanza” anche perché le analisi di laboratorio non avevano indicato il principio attivo, ed ha concluso con la richiesta di assoluzione. Medesima richiesta avanzata dal difensore che ha puntato sull’uso personale. Si tornerà in aula a giugno per eventuali repliche e sentenza.


