TORINO - 13-05-2023 -- È stato l’arbitro a fare retromarcia, a minimizzare l’episodio, a negare che vi sia stata un’aggressione e ad affermare che la partita l’ha sospesa perché scosso. Chiamato dalla Corte sportiva d’appello della Lnd piemontese per raccontare i fatti di Trecate-Juve Domo Juniores dello scorso 22 aprile, sospesa per aggressione all’arbitro, chiusa con la sconfitta a tavolino dei padroni di casa, una multa di 3.000 euro, due punti di penalizzazione in classifica e 35 anni di squalifica per 16 tra calciatori (alcuni minorenni) e dirigenti, il direttore di gara ha corretto il tiro, anche dicendo di non poter identificare con precisione tutti i protagonisti dei fatti contestati, del referto arbitrale sul quale il giudice sportivo del Vco aveva irrogato le pesanti sanzioni.
Sul ricorso del Trecate, acquisito il verbale della polizia locale intervenuta sul posto, e sentito il diretto interessato, la Corte sportiva d’appello ha ridotto la multa a 500 euro, accorciando le squalifiche sino a fine estate (prima dell’inizio dei campionati). Tranne l’allenatore e il capitano, bloccati sino al 30 settembre, tutti saranno regolarmente in campo all’avvio della prossima stagione.
Tutto l’opposto di quanto deciso in primo grado, dove le pene sono arrivate a 5 anni. Nel referto si spiegava che la partita, a metà del secondo tempo, deragliava a seguito di alcune decisioni arbitrali che portavano quasi tutto il Trecate -giocatori e dirigenti- a scagliarsi contro il direttore di gara, colpito a un braccio, accerchiato e insultato (anche con frasi omofobe), minacciato e uscito dal campo con la divisa strappata da un calciatore.
E, di più, inseguito in auto mentre rincasava da una vettura che ha tentato di bloccarlo. “L’aggressione è stata certamente pesante e inaccettabile e tale da costringere il direttore di gara a decretare anticipatamente il termine della gara come riconosciuto dagli stessi reclamanti (…), ma si è fermata sul piano verbale e non è invece evoluta in quelle condotte violente che invece giustificherebbero le sanzioni inflitte” - si legge in sentenza. Circa il colpo all’avambraccio, si precisa che “non ha provocato lesioni e che in ogni caso non sia sa a chi attribuirlo”.


