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TRECATE - 28-04-2023 -- Partita persa a tavolino, due punti di penalizzazione in classifica, 3.000 euro di multa e 35 anni di squalifica a 16 tra calciatori e dirigenti.

È quasi un bollettino di guerra, fotografia di un sabato da far west su un campo di calcio, il comunicato ufficiale della Delegazione Vco che dà conto dei provvedimenti della giustizia sportiva di Trecate-Juve Domo, match del campionato Juniores provinciale.

Match interrotto anzitempo dall’arbitro, accerchiato, insultato (anche con epiteti omofobi), minacciato di morte (lui e l’amico in tribuna a cui ha chiesto aiuto), picchiato e, dopo che è uscito scortato dalla forza pubblica, inseguito in auto e ancora minacciato, con un tentativo di bloccarne il veicolo e farlo scendere.

A Trecate il finimondo è scoppiato al minuto numero 21 del secondo tempo, per via di alcune decisioni arbitrali contestate dai padroni di casa che hanno scatenato una vera e propria aggressione con protagonisti non solo i giocatori, ma anche i dirigenti della squadra locale. Il referto arbitrale parla di insulti omofobi, minacce, un pugno e addirittura di un calciatore che, arrivato a tu per tu con il direttore di gara, gli ha messo le mani al collo, strappandogli la divisa. Tutti coloro che hanno partecipato alla prima aggressione sono stati identificati già sul campo e dichiarati espulsi dall’arbitro che, dolorante a un braccio e preoccupato per la propria incolumità, ha anticipato il triplice fischio, dichiarando concluso il match. La decisione ha ulteriormente scaldato gli animi e la scena e il direttore di gara, appartenente alla sezione di Novara, ha faticato a raggiungere gli spogliatoi, anche perché nessun dirigente del Trecate l’ha aiutato. Anzi, tre -compreso guardalinee e massaggiatore, che s’è poi scoperto essere un allenatore non tesserato come tale- oltre a uno non a referto, hanno rincarato la dose.

Una volta in spogliatoio, l’arbitro ha avvisato via telefono un amico in tribuna, chiedendogli di chiamare la forza pubblica. Qualcuno se n’è accorto e ha cercato di bloccarlo. Poco dopo è arrivata la polizia locale di Trecate, che ha accompagnato l’auto dell’arbitro -successivamente visitato al Dea- fuori dallo stadio. Per strada s’è consumato un inseguimento con una vettura di colore rosso che, in rotonda, ha provato a bloccare il veicolo del direttore di gara.

A bocce ferme, sul tavolo del giudice sportivo Bruno Colusso e del sostituito Giuliano Clementi è arrivato il referto che ha portato a sanzioni pesanti, allineate con il codice che prevede aggravanti per le aggressioni arbitrali.

La società di casa, la cui prima squadra milita in Prima Categoria, esce con le ossa rotte. Oltre a perdere a tavolino e a subire due punti di penalizzazione in classifica, la società ha ricevuto 3.000 euro di multa per “responsabilità oggettiva per grave violenza posta in essere da propri tesserati, dirigenti e sostenitori con lesione personale refertata e gravissime minacce nei confronti dell'arbitro, culminate con inseguimento ed il blocco dell'auto con manovra pericolosa e ostacolo alla circolazione”.

Quattro anni sono stati inflitti a Matteo Franco, il massaggiatore; due a Rosaldo Guaglio, guardalinee di società; e al dirigente Gianluca Magna detto Calcat che, anziché assistere l’arbitro, ha partecipato all’aggressione. Dei 13 calciatori -parte dei quali minorenni- squalificati, la pena più severa è stata per il capitano, fermato 4 anni. Tre a colui che gli ha strappato la divisa; due a tutti gli altri.

Al di fuori del campo, c’è il profilo delle eventuali responsabilità penali per le indagini che scaturiranno, soprattutto dall’inseguimento.

 

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