
NOVARA - 28-04-2023 -- La Regione Piemonte, con gli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, ha incontrato a Novara le associazioni agricole, viticoltori e florovivaisti per fare il punto sull’emergenza Popillia japonica, il coleottero giapponese che da anni crea gravi danni alle colture in Piemonte, colpendo in particolare vigneti e frutteti.
L’assessore regionale all’Agricoltura ha sottolineato che la Regione ha voluto portare massima attenzione sul tema della Popillia japonica proprio nel Novarese, in quanto il problema è particolarmente sentito sul territorio. E’ sicuramente un punto di forza la collaborazione tra assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente per individuare le strategie efficaci per il contrasto e il contenimento dell’insetto nocivo. Da anni la Regione è impegnata sul tema con programmi di ricerca e raccolta dati, attualmente in corso, e sono risultati efficaci l’impiego delle reti antinsetto, che la Regione finanzia alle aziende tramite bandi. Si sta valutando anche l'utilizzo dei droni e dal 2023 la Regione ha messo a disposizione le risorse per attivare un primo progetto in viticoltura e si è in attesa di avere l’autorizzazione dal Ministero della Salute.
L’assessore regionale all’Ambiente ha precisato che il Novarese è un territorio particolarmente colpito dalla presenza della Popillia japonica e che si è nella fase del contenimento di questo coleottero che arreca danni ad alcune colture e che qui non ha predatori naturali. Si stanno utilizzando diversi mezzi di contrasto, anche innovativi. Occorre continuare a investire su ricerca e innovazione che sono fondamentali per trovare le risposte adeguate che possano portare ad una soluzione del problema nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.
L’emergenza in Piemonte è stata affrontata fin dal 2014, anno in cui è stata rilevata la presenza nella Regione, ed è ritenuto dall’Unione europea organismo nocivo da quarantena prioritario. Attualmente la Popillia japonica interessa parte del Piemonte, della Lombardia e alcune limitate zone della Valle d’Aosta e dell'Emilia Romagna. Il problema è quindi nazionale e dal 2016 è stato istituito un tavolo tecnicoscientifico nazionale. Dal 2022 il Piemonte è il coordinatore del tavolo nazionale.


