1

Sergio Floriani credit foto

NOVARA- 28-04-2023-- Un percorso evolutivo, dall’impronta lasciata come segno d’identità (unica e personale), per arrivare all’infinito. Questo è elemento distintivo della mostra Sergio Floriani TRACCE. Le opere saranno esposte in due sedi nel novarese: al Castello Visconteo-Sforzesco di Novara dal 29 aprile al 29 maggio e a Villa Gippini, Orta San Giulio, da giugno a ottobre.   

Sergio Floriani parte dalle tracce dell’uomo, Il suo è un percorso evolutivo che comprende il segno, la forma e lo spazio, ma non dimentica il dialogo continuo con la materia, che gli fa perlustrare le possibilità della pittura e della scultura (due elementi che nelle opere di Floriani convivono sempre) e spazia dall’acciaio corten allo stagno, dalla catramina su carta giapponese alla sabbia su piombo, mentre il colore a volte si accende nelle tonalità più vivaci, quasi pop, e altre, per esempio quando racconta i contorni del lago o allude alle voci dell’anima, è capace di raccogliersi in tenui e silenziose gradazioni.

La mostra prenderà il via il 29 aprile a Novara, per poi proseguire a giugno, con una selezione di opere, a Villa Gippini (Orta San Giulio) e raccoglierà gli ultimi trent’anni di lavoro dell'artista, attraverso un cammino che non vuole essere cronologico, bensì tematico e iconografico. 

Il percorso, a Novara come ad Orta, partirà dalle grandi sculture in acciaio corten e stagno, che sono un segno identificativo del lavoro dell’artista.

Nelle 11 sale del primo piano dello storico castello Visconteo-Sforzesco, saranno collocate un centinaio di sculture: da Divido per otto (2003) al Totem (2015) dove il frammento si alterna alla leggerezza e alla trasparenza; dai Signum (2009) ai Cerchi d’acqua, due serie in cui le parole (nei primi) e il colore (nei secondi) tracciano un nuovo alfabeto di lettere e di forme, passando per i colorati rilievi di ultima generazione, piccole e grandi tavole sulle quali il colore si distende senza sfumature e le sagome che vi affiorano, lontane sorelle delle prime impronte digitali, maculano la superficie trasformandola in materia cosmica. Il tema più ricorrente è il rapporto che s’instaura tra la forma e lo spazio, e nelle ultime opere questa correlazione è sottolineata dalla presenza o dall’assenza delle cornici: nel primo caso una cornice dorata, spesso d’epoca, segna il perimetro e contiene il colore, ma al contempo lo impreziosisce, lo “storicizza” e lo concentra, donandogli forza e misticismo; nel secondo caso, con la soppressione del bordo ligneo il colore ritorna libero di dilatarsi e di fondersi con lo spazio circostante, in una dimensione che è quasi filosofica.

Nelle sale di Villa Gippini verranno invece collocate alcune delle opere più significative, in armonia con l’architettura del palazzo, con la luce e con il colore del lago, quel lago che è stato d’ispirazione anche per Antonio Calderara, un artista che Floriani ha sempre ammirato e i cui consigli lo hanno convinto a votarsi definitivamente all’arte.

La mostra “TRACCE” di Sergio Floriani è sostenuta e promossa dalla Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini e ha il patrocinio della Provincia di Novara e dell’Agenzia Turistica Locale Terre dell’Alto Piemonte.

Sergio Floriani, nato nel 1948 a Grantorto (PD), risiede e lavora a Gattico (NO). Originale interprete della ricerca d'area concettuale. Nel 1982 è cofondatore del Gruppo Narciso Arte sotto l’egida di G. Di Genova. Nel 1984 i lavori realizzati in vista della Biennale di Venezia vanno a costituire due importanti personali: Architetture (Torino - Palazzo della Regione) e L'anima e il rispecchiamento (Chiostro di Voltorre). La ricerca sulla formazione dei colori genera Zodiaci d'acqua, (Il Naviglio,1988) curata da T. Trini, in cui compare l’unica video-scultura realizzata: Autoriflessione. Nel 1989 affiora per la prima volta l'idea dell'impronta che si fa anche scultura e nascono le prime opere in ferro e stagno, ferro e acciaio, come l'installazione Synopis e Lux mundi (Palazzo dei Vescovi di Novara, 1990). L’uso delle impronte dà origine alle tre mostre Digito, ergo sum del 1991, presentate da G. Celli e G. Di Genova, a Carrara, a Sanremo e a Venezia. Da questo momento l'impronta costituirà il segno distintivo dell’artista.

In copertina: Sergio Floriani, Ritratto. Crediti fotografici: Mario Finotti.

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.