NOVARA-25-11-17-“Venite subito, mio padre ci sta picchiando”. Questo più o meno il tono di una telefonata che una sera di gennaio dell’anno scorso era arrivata alla centrale operativa dei carabinieri. Dall’altra parte del telefono una ragazzina poco più che adolescente. Erano partiti subito e quando sono arrivati davanti all’abitazione, lui si era precipitato fuori furente e se l’era presa anche con i militari cercando di impedire che entrassero. In casa, quella sera, era andata in scena l’ennesima lite furibonda, il medesimo copione recitato già tante volte, di umiliazioni e minacce. Ma quella sera l’ira dell’uomo era trascesa e le mani, e non solo, le aveva alzate più pesantemente del solito. Una delle tante storie di violenza quella approdata in un’aula del tribunale di Novara, di maltrattamenti nei confronti non solo della moglie ma anche della figlia adolescente. “Sei una prostituta” diceva alla donna, accusandola di “andare in giro con i tuoi amanti”; “e tu – rivolto alla figlia – sei come tua madre”. Ma la donna, che fino a quel momento non aveva mai raccontato a nessuno quel che accadeva spesso, troppo spesso, nella loro casa, quella sera, stanca di quei continui soprusi, di quella vita fatta di sofferenze e umiliazioni, aveva minacciato di chiamare i carabinieri; e lui aveva perso la ragione. Si era avventato su di lei, l’aveva afferrata per i capelli e le aveva detto “ti ammazzo” e poi aveva picchiato la ragazzina, le aveva sferrato un calcio, poi l’aveva presa a schiaffi in volto, così violenti da farle perdere l’equilibrio e cadere a terra e, nella caduta, urtare lo spigolo di un muro. Alla fine, non senza fatica, i carabinieri erano riusciti ad entrare in casa, dopo essere stati a loro volta aggrediti, colpiti a pugni tanto che i due militari erano caduti a terra ed uno di loro aveva dovuto ricorrere alle cure dei medici. Le accuse che ora pendono sul capo del quarantenne, sono quelle di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate non solo nei confronti della moglie e della figlia, ma anche di uno dei due carabinieri, e resistenza a pubblico ufficiale. Su provvedimento del giudice l’uomo è stato sottoposto alla misura dell’allontanamento da casa, al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle due donne, compreso quello di comunicare con loro. Si torna in aula ad aprile.


