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legge martello

NOVARA-18-11-2017-Liti  violente e poi

insulti e minacce; in quella casa i rapporti tra quei due coniugi che si erano sposati dopo anni di convivenza, non erano di certo improntati alla tranquillità; la situazione poi era degenerata al punto che la donna aveva denunciato il compagno ai carabinieri, quando una notte di gennaio di un paio di anni fa lui aveva cercato di usarle violenza. Ma poi in aula – i due, genitori anche di due adolescenti, abitano tutt’ora sotto lo stesso tetto – la donna, come spesso capita davanti ai giudici, ha cercato di smussare le accuse, di fornire una spiegazione al comportamento di lui addossandosi in parte le colpe. “Avevamo perso entrambi il lavoro, c’era molta tensione in casa e litigavamo spesso. In più io, lo riconosco, lo istigavo, non stavo zitta, anziché lasciar perdere gli rispondevo sempre e così si innescavano le discussioni”. Ma per l’accusa lei, quel giorno in cui si era recata dai carabinieri per raccontare quel che succedeva tra le quattro pareti di casa, aveva raccontato un’altra storia fatta appunto di violenti litigi, minacce, insulti. Incalzata dal pubblico ministero lei ha ammesso “sono andata dai carabinieri e l’ho denunciato perché aveva cercato di usarmi violenza ma in realtà le cose…Quella notte eravamo a letto, avevo caldo perché c’era il caminetto accesso e la canna fumaria passa proprio dietro alla testata; mi sono tolta la maglietta e forse lui ha interpretato male quel gesto. Io non volevo, avevo la testa da tutt’altra parte; sì, mi ha tenuta ferma per le braccia, mi ha strappato la biancheria intima e l’ha gettata nel caminetto ma poi io sono riuscita a liberarmi, sono scesa al piano di sotto, mi ha seguito, voleva parlare ma io ho iniziato a gridare e alla fine lui è tornato di sopra in camera da letto”. E lui, quella notte, aveva continuato ad insultarla “sei una prostituta” gridava, “ti farò portare via i figli”. E poi quelle liti furiose, quei gesti violenti, sotto gli occhi dei figli; a tavola, ad esempio, quando, mentre lei serviva il pranzo e inavvertitamente aveva urtato e rovesciato il bicchiere di lui, “si è arrabbiato perché facevamo troppo rumore e non riusciva a vedere la Formula Uno in tv” e aveva scagliato a terra la teglia con il pranzo. Non solo: le sue sfuriate erano così violente che per ben due volte aveva sfondato con un pugno la porta della camera da letto e, in un’altra occasione, sempre per i soliti motivi, aveva rotto la cappa del camino. “Ma le mani addosso no, non me le ha mai messe”.

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