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giustizia legge foto

NOVARA -16-11-2017 -Tutto era iniziato

nell’inverno dell’anno scorso quando una coppia, italiano lui, nigeriana lei, residenti a Novara, avevano conosciuto un ragazzo, nigeriano come la donna, che era arrivato in Italia come profugo ma che rischiava di essere espulso perché gli avevano rigettato la richiesta di asilo politico. La donna, quarantenne, aveva preso fin da subito a cuore la sorte di quel suo giovane connazionale; si era messa in contatto con la madre di lui in Nigeria e poi lo aveva ospitato a casa sua. Ma i problemi, stando a quanto aveva poi denunciato la quarantenne, non avevano tardato a manifestarsi. Dapprima erano spariti piccoli oggetti poi somme di denaro; avevano lasciato correre per qualche giorno poi lei lo aveva affrontato e lui aveva ammesso quei piccoli furti. Ma poi aveva iniziato a chiederle somme di denaro, 300 euro, che gli sarebbero serviti (così almeno ha poi dichiarato la donna) per comprare della marijuana. Lei si era opposta a quelle richieste e lui aveva iniziato a minacciarla.  “Non sempre potevo dargli soldi -aveva detto la donna ai carabinieri - e quando non potevo lui si arrabbiava e in due occasioni mi ha anche picchiato”; l’aveva presa per i capelli e schiaffeggiata. Quella volta lei non aveva riferito niente al marito e non era neppure andata a farsi medicare pensando che fatti simili non si sarebbero più ripetuti. E invece qualche giorno dopo lui era tornato a chiederle quei soldi e al rifiuto della donna aveva perso le staffe. Le aveva stretto le mani intorno al viso cercando di costringerla a bere del detersivo, poi l’aveva aggredita a calci e pugni. La donna era riuscita a liberarsi e a chiamare i carabinieri. Il ragazzo era stato arrestato, con l’accusa di tentata estorsione, e portato in carcere. Ieri (mercoledì 15 novembre) la sentenza: il ragazzo è stato condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione; il giudice ha anche rigettato la richiesta di concessione degli arresti domiciliari avanzata dal difensore.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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