
Sanremo, da festival della canzone italiana è diventato un palcoscenico dove si parla di tutto e di più: un carrozzone. Si è detto che Porta a Porta era diventata la terza camera. Con Sanremo siamo andati ben oltre. Le modalità di intervento di Zelensky sono diventate un caso di cui si è occupata la diplomazia internazionale. Il Presidente Mattarella ha presenziato alla prima serata ed alla sua apparizione si è cercato di dare un significato politico. Dall’Ariston si lanciano ormai messaggi al governo, si parla di Costituzione, di legalizzazione delle droghe leggere, di diritti. A mio avviso, questa trasformazione ha creato qualcosa di difficilmente governabile: un mostro mediatico. Inoltre, quanto al conflitto ucraino, parlare di richieste di armi, associando un tema così doloroso e delicato ad uno spettacolo per sua natura leggero lascia davvero perplessi. Non è corretto, poi, usare la manifestazione canora e la forza suggestionante e mediatica che esercita sul pubblico per far passare messaggi politici. Giusti o sbagliati che siano. Altrimenti, dovremmo avere una par condicio culturale che non esiste, perché nel mondo della cultura e dello spettacolo per lunghi anni dovevi obbligatoriamente essere di sinistra: altrimenti avevi poche chances di successo. Insomma, almeno per qualche giorno sarebbe meglio lasciare in pace gli italiani e parlare di canzoni.
Buona domenica e buona settimana.
Roberto Cota


