NOVARA-11-11-17-Tutto era nato nel 2010 quando alcuni assessori, in carica all’epoca nell’esecutivo del piccolo comune, presentarono un esposto in Procura; qualcosa, nelle convocazioni e nelle deliberazioni assunte in quelle riunioni, non “quadrava”. I carabinieri avviarono le indagini, coordinate dal sostituto Nicola Serianni, e alla fine, chiamati a rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dal falso all’abuso d’ufficio, dal peculato alla turbativa d’asta, ci sono il sindaco Giuseppe Rubini, primo cittadino allora e rieletto alla guida del comune nel giugno dell’anno scorso, e altri amministratori all’epoca dei fatti (tra il 2007 e il 2012), oltre a tecnici e imprenditori. Sotto alla lente della Procura una ventina di riunioni di giunta e altrettante delibere, comprese nel periodo tra il 2007 e il 2012. Nella sostanza quel che viene contestato è una serie di riunioni di giunta che sarebbero state “virtuali”, che risultavano cioè dai verbali ma alle quali gli assessori non avrebbero mai partecipato; riunioni che avrebbero prodotto anche delibere con le quali venivano affidati lavori e consulenze o venivano concessi contributi e servizi; tutto, secondo l’impianto accusatorio, senza che vi fosse mai stata alcuna convocazione dell’organo esecutivo del comune. Nell’ultima udienza sono stati ascoltati i primi testi per l’accusa, in particolare due donne, assessori all’epoca. “Alla riunione del 30 dicembre del 2009, quella convocata per le 12.30, non c’ero; io a quell’ora in Comune non ci sono mai andata perché lavoro a Novara e se qualche volta tornavo a casa per il pranzo di certo non passavo in municipio. E non c’ero neppure a quella dei primi di agosto perché ero in ferie, dal 6 al 20 agosto; così anche a quella del 21 dicembre o del febbraio del 2010. Io alle riunioni, se convocata, ho sempre presenziato”. “Anche quando c’ero - ha aggiunto un’altra - discutevamo due o tre punti ma poi trovavamo delibere su argomenti di cui non sapevamo nulla”. Si torna in aula il 28 novembre.


