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toga avvocato

NOVARA-08-11-2017 - Un anno e sette

mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione. Questa la sentenza pronunciata ieri mattina (martedì 7 novembre) dal tribunale in composizione collegiale per un ventiseienne di origini ivoriane, residente da anni in Italia con la famiglia, finito a processo con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di un’amica, connazionale, all’epoca dei fatti da poco maggiorenne. Tutto, secondo il racconto fatto in aula dalla ragazza, era accaduto un pomeriggio di un giorno di maggio di sei anni fa. Era uscita da scuola e si era avviata alla fermata dei pullman per rientrare a casa (la giovane abitava con i genitori in un paese nel novarese); mentre aspettava il bus aveva incontrato quel ragazzo che conosceva perché le loro famiglie si frequentavano. Lui, che era insieme al fratello più piccolo, l’aveva invitata a casa sua per mangiare una pizza e lei aveva accettato, convinta che a casa ci fossero i suoi genitori. Invece “quando siamo arrivati ho visto che i suoi genitori non c’erano; abbiamo mangiato poi lui ha detto a suo fratello di uscire a giocare. Ero seduta su un divano, lui si è avvicinato, mi ha spinto, mi ha strappato i pantaloni e ha iniziato a mettermi le mani addosso. Io non volevo, mi sono ribellata, gli ho dato un calcio e sono riuscita a scappare”. Poi era tornata alla stazione dei pullman e aveva mandato un messaggio a una sua amica che l’aveva raggiunta. “Piangeva, diceva che le faceva male dappertutto, diceva che quel suo amico aveva cercato di usarle violenza. Non volevo crederci, non mi sembrava possibile anche perché quel ragazzo lo conoscevo bene anch’io, sapevo che era fidanzato e conoscevo bene anche la sua ragazza. Però visto che lei piangeva e stava male, insieme a un’altra mia amica, abbiamo cercato di convincerla a chiamare l’ambulanza. Lei non voleva andare in ospedale; anzi: non voleva neppure farsi vedere tanto che è scappata”. Ma qualcuno, vista la scena, aveva chiamato la polizia. Era partita la denuncia e da qui il processo. All’esito della sentenza il difensore ha preannunciato appello.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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