NOVARA -01-11-2017- Anche la Camera
Penale di Novara è intervenuta sul caso del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, per due anni al Centro di Medicina dei Disastri dell'Upo a Novara, condannato a morte da un tribunale di Teheran con l'accusa di spionaggio. In una nota pubblicata sul sito internet la Camera Penale sottolinea di aver "appreso con sgomento del processo sommario al quale è stato sottoposto il ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, che ha lavorato per anni presso l’Università di Novara; a quanto è dato sapere dalle notizie di stampa il tribunale ha fatto pressioni per la confessione e ha in più occasioni “ricusato” i difensori del dottor Djalali perché non graditi. All’esito del processo, durato soltanto tre udienze, il tribunale ha pronunciato la sentenza di condanna a morte dell’imputato". La Camera Penale, con il suo presidente ed i consiglieri del direttivo ha firmato l'appello di Amnesty International, invitando i propri iscritti a fare lo stesso. "La Camera Penale di Novara ovviamente ripudia la pena di morte e ritiene questa vicenda un monito perché in Italia come nel mondo le garanzie dell’imputato siano il baluardo ineludibile e ineliminabile di qualsiasi processo", prosegue la nota. (N.C)