NOVARA -31-10-2017- Un matrimonio durato
trent’anni nel corso del quale erano nati anche due figli; qualche litigio, qualche discussione più che altro per motivi economici e perché lui, a un certo punto, aveva deciso di cambiare lavoro e questo creava tensioni con la moglie, che non era d’accordo. Poi, negli ultimi due anni le cose in casa erano peggiorate da quando lui era precipitato nel tunnel dell’alcool; lei andava a lavorare e cercava di “riempirsi” la vita con altre occupazioni forse per tardare il più possibile il rientro a casa dove sapeva lui l’avrebbe accolta, per l’ennesima volta, ubriaco. “Non ricordo neanche quello che dicevo, non ricordo nemmeno se la insultavo – aveva detto l’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Rognoni - Picchiata mai, questo no. Forse le ho tirato i capelli qualche volta. Negli ultimi due anni, ero entrato nel tunnel dell’alcool e quando capitavano quelle cose era perché ero sotto l’effetto di quello che bevevo. Ero anche diventato geloso. So che stava male, si rifugiava in camera a piangere, me lo avevano detto. Ma io non ricordo niente. Perché litigavamo? Io arrivavo a casa prima di lei, la aspettavo per mangiare, preparavo io la cena, magari bevevo…e quando lei arrivava e mi rimproverava perché ero ubriaco, io mi alteravo e iniziavamo a litigare. Adesso da quasi un anno sono in cura e le cose vanno decisamente meglio; se lei volesse possiamo tornare a vivere insieme” “Lui urlava, minacciava, insultava, ma non ho mai visto alzare una mano su mia nuora – aveva detto in aula la mamma di lui - Lei non si è mai confidata con me, quando le chiedevo com’era la situazione, dopo qualcuna di quelle sfuriate, lei mi rispondeva “no, no. Adesso si è calmato, si è addormentato sul divano”. Certo lui negli ultimi due anni era sempre un po’ alterato dal vino ma nonostante le litigate, che non avvenivano mai davanti ai figli tanto che con loro il rapporto è sempre stato buono, andavano in ferie insieme. Si, quel giorno li ho chiamati io i carabinieri; mi aveva spintonata e ho pensato che avrebbe potuto diventare pericoloso”. E da lì era partita la denuncia (la moglie non si è costituita parte civile) e lui, cinquantenne novarese, si è trovato davanti a un giudice per rispondere dell’accusa di maltrattamenti. Oggi pomeriggio (martedì 31 ottobre) la sentenza: il giudice l’ha condannato a 1 anno e 4 mesi, pena sospesa e non menzione, e ha disposto la revoca del divieto di avvicinamento e colloquio con la moglie.


