
NOVARA - 12-10-2022 -- Con i suoi 121 metri di altezza e 5.500 tonnellate di peso complessivo, realizzata interamente in mattoni e calce, la maestosa Cupola della Basilica di San Gaudenzio è elemento distintivo del panorama novarese.
È stato grazie al sesino (una tassa pagata sulla carne) che la fabbrica lapidea decise di completare il complesso della basilica manierista realizzata nella seconda metà del 1500 da Pellegrino Tibaldi e arricchita dal campanile di Benedetto Alfieri, in laterzi e granito di Baveno.
La progettazione fu affidata ad Alessandro Antonelli, geniale architetto di Ghemme.
Era il 1844 quando iniziarono i lavori.
Sarà una realizzazione travagliata, interrota due anni dopo dalle guerra di indipendenza contro l'Austria, ma non solo. Il progetto dell'Antonelli si fece negli anni più ambizioso e costoso e dissidi in merito alla guglia fra la fabbrica e l'architetto bloccarono nuovamente i lavori per un decennio. Un periodo nel quale Antonelli si dedicó alla Mole di Torino, praticamente la sorella maggiore del progetto novarese.
La cupola, come la vediamo oggi, fu completata il 16 maggio 1878, quando fu issata sul cupolino una statua bronzea laminata d'oro di quasi 5 metri raffigurante Cristo salvatore. Salvo poi richiedere altri 10 anni di interventi di consolidamento per far fronte ai primi segni di cedimento strutturale.
Visibile perpendicolarmente dalle arterie stradali principali che conducono al centro città, nonostante un cantiere lungo 50 anni, la Cupola non è mai stata completata. Secondo il progetto originale, infatti, l'interno avrebbe dovuto essere arricchito di affreschi visibili dal basso.
Il gusto dell'Antonelli è riconoscibile anche in altri particolari della Basilica come le decorazioni con rosoni e teste di ferro fuso del portone in noce decorato dell'ingresso.
Una delle attrazioni più note del capoluogo merita sicuramente una visita anche per godere della vista mozzafiato sulla città.
Veronica Galluzzo


