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NOVARA - 31-10-2017 - La sua specialità,

o il suo settore di competenza, stando almeno a quanto gli contesta l’accusa, era la telefonia mobile; o meglio, i cellulari che lui, quarantenne residente all’epoca dei fatti nel novarese, metteva in vendita su vari siti internet. Le modalità erano sempre le stesse: pubblicava un’inserzione, veniva “contattato” da un acquirente potenzialmente interessato all’acquisto dell’oggetto, raggiungevano un accordo per il pagamento e poi…E poi, sempre secondo l’impianto accusatorio, incassava i soldi che gli acquirenti avevano versato su conto corrente o una carta appositamente attivata e si dileguava e insieme a lui, ovviamente, spariva anche il telefono di turno. Una ventina insomma gli ignari acquirenti, sparsi un po’ su tutto il territorio italiano, che alla fine si sono trovati senza soldi e senza telefono e che presa coscienza di essere stati raggirati avevano sporto, ciascuno alle forze dell’ordine della propria città, una denuncia. Una ventina infatti le “vendite”, in certi casi anche più di una al giorno, che avrebbero fruttato qualche migliaio di euro, portate a termine nell’arco di poco meno di un paio di mesi, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015; almeno questo sarebbe il numero totale degli episodi  che la procura di Novara contesta al quarantenne. Un fenomeno, quello delle truffe per acquisti on line, che non conosce confini e che ormai da qualche anno è balzato alla ribalta delle cronache nazionali. Per l’uomo, chiamato a rispondere del reato di truffa, il processo si aprirà a maggio dell’anno prossimo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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