NOVARA-28-10-17-Atti sessuali con la figlia, minorenne, della compagna: condannato a 6 anni e 8 mesi. Era stata la ragazzina, quindicenne all’epoca dei fatti, a raccontare alla mamma prima, agli inquirenti poi, le “attenzioni” che l’allora compagno della madre le riservava da quando lui era andato ad abitare con loro. Dapprima solo qualche “contatto” fugace che avrebbe potuto sembrare persino involontario, come una carezza sulla schiena o sulle gambe mentre alla sera seduti sul divano guardavano la televisione; ma poi quegli atteggiamenti, sempre stando a quanto la ragazzina aveva denunciato, le sue intenzioni, così come le sue attenzioni, erano diventate più esplicite. Capitava infatti che quando la compagna uscisse per andare al lavoro entrasse nella camera della ragazza e, mentre lei fingeva di dormire, lui “allungava le mani”, palpeggiamenti e carezze. Fino a un giorno d’aprile quando lui, entrato in camera, si era diretto verso il letto, l’aveva immobilizzata e poi l’aveva costretta a subire un rapporto sessuale. Testimoni? Nessuno, tranne una vicina di casa che alla mattina era solita fermarsi a fare quattro chiacchiere con la donna, prima che quest’ultima andasse al lavoro e che proprio quella mattina non l’aveva vista. Sul balcone, in compenso aveva visto lui che fumava una sigaretta. “Era in pigiama - ha raccontato la donna in aula - e lei, la ragazza, non era uscita, era rimasta un po’ indietro. Avevo notato quella cosa perché mi sembrava tutto un po’ strano, lei era, come dire, titubante, aveva un atteggiamento che sul subito mi aveva dato da pensare. Non so, più che altro era stata una sensazione”. Per l’accusa, sulla scorta del racconto della ragazza, che aveva riferito tutto alla mamma e poi insieme erano andate in questura a denunciare l’accaduto, proprio quella mattina lui aveva costretto la giovane ad un rapporto. Il difensore ha preannunciato appello.
