
NOVARA - 24-05-2022 -- Secondo quanto riferisce Ansa, il portavoce della magistratura iraniana ha affermato che ll ricercatore svedese-iraniano Ahmadreza Djalali, sarà certamente giustiziato per impiccagione in quanto è terminata la procedura di revisione del caso, come chiesto dai suoi legali. Come noto, Djalali, che aveva lavorato al Centro di medicina dei Disastri dell'Università del Piemonte Orientale a Novara per alcuni anni, è stato arrestato nel suo paese di origine nel 2016 con l'accusa di spionaggio, accusa da lui sempre respinta. Per questo è stato condannato alla pena capitale. La città di Novara nel 2019 gli aveva conferito la Cittadinanza onoraria.
Dopo questa notizia, sono arrivati i primi commenti dal mondo politico.
I consiglieri regionali novaresi della Lega hanno sottolineato come non sia possibile arrendersi a questa sentenza inumana e senza appello e che di fronte alla decisiva decisione del Tribunale di Teheran l'unica speranza è che la diplomazia italiana possa ancora intervenire pressso il governo dell'Iran per scongiurare la sua impiccagione.
Per il novarese vicepresidente della Commissione Sanità regionale, si tratta di una notizia che non si avrebbe mai voluto leggere e che si apprende con profondo dispiacere. Purtroppo le azioni messe in campo fino ad ora ad ogni livello istituzionale non hanno ancoraavuto esito positivo, ma non è questo il momento di arrendersi.
L’esecuzione era stata fissata entro il 21 maggio, ma Ahmad è ancora vivo ed è nostro dovere non rassegnarci ad una sentenza assurda e tenere aperta ogni opzione per salvarlo e riportarlo dalla sua famiglia


