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Irrigare coltivare acqua 

NOVRESE- 25-03-2022-- Sono Mancanza di piogge, lo scarsissimo accumulo nevoso e il basso livello del lago Maggiore i fattori che più preoccupano Coldiretti Novara-Vco, in particolare ora che le coltivazioni inizieranno ad aumentare il proprio fabbisogno idrico.

La stagione irrigatoria rischia di essere compromessa a causa dei diversi eventi che si stanno concatenando l’uno con l’altro nel territorio Novarese e del Vco. La mancanza di piogge da oltre 100 giorni, lo scarso accumulo nevoso lungo l’intero arco alpino dei bacini di Po, Dora Baltea, Sesia e Ticino (tra il 20 e il 50% dei valori medi, con valori inferiori ai minimi degli scorsi vent’anni) e il riempimento del Lago Maggiore in deficit del 31% di acqua sono tutti fattori che non possono che spaventare.

Attualmente le disponibilità idriche, se perdurasse la situazione di estrema siccità in atto, non consentirebbero di programmare sul breve periodo l’inizio dell’irrigazione nel territorio. I livelli di falda particolarmente al di sotto della media presagiscono riduzioni nella stagione estiva delle risorse idriche superiori al 30% anche nel caso di piogge nei mesi di aprile e maggio.

Ad oggi il canale Cavour deriva circa il 20% della portata di competenza, le derivazioni dalla Dora Baltea e dal Sesia sono o totalmente chiuse o attive con la sola portata necessaria per la sopravvivenza della fauna ittica mentre il canale Regina Elena, importante arteria del comprensorio, è ancora asciutto in quanto la concessione prevede l’apertura dal 1° aprile.

 “Una conferma come i cambiamenti climatici stiano sempre più influenzando il nostro settore – commentano il Presidente di Coldiretti Novara-Vco Sara Baudo e il Direttore Francesca Toscani - La siccità è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti, secondo l’analisi Coldiretti. Le coltivazioni seminate in autunno, come orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità, ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, i nostri agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso, dove sarà possibile. Dall’altra parte – proseguono Baudo e Toscani - nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche. Per quanto riguarda il riso si sta ipotizzando quanto seminare in asciutta e quanto in acqua anche se bisognerà vedere quanta quantità ci sarà perché, se dovesse perdurare il freddo in alta quota, ci sarà meno scioglimento e quindi meno disponibilità per sommergere. Si tratta di un’annata estremamente complessa”.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto, insieme ad Anbi, un progetto concreto immediatamente cantierabile nel PNRR: “Si tratta di un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.

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