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Albino Mazzini

NOVARA - 24-03-2022 -- Elegante, brillante, saggio: Albino Mazzini è nato a Novara il 7 gennaio 1938 in Corso XXIII marzo. La sua è una famiglia novarese da sempre. Cresciuto in tempi difficili, con il papà in guerra, reduce dal fronte russo, esperienza della quale portò il segno per il resto della vita, Albino da oltre sessant’anni nutre una profonda passione per la scrittura e per la musica.

“ Il lavoro in De Agostini occupava tanto del mio tempo, ma ho coltivato le mie passioni, scrivevo non per pubblicare, ma per esprimere ciò che avevo dentro, ciò che provavo.  Ho imparato a suonare il pianoforte ed il violino. La mia è stata un’infanzia segnata dai pochi soldi, ma ricordo in tutti la voglia ed il desiderio di riprendersi dalla tragedia che è stata la guerra”.

Ricorda molto bene la macchina per scrivere che utilizzava, “una Everest rossa che ora conserva, in bella mostra, mia figlia”.

Una figlia alla quale è molto legato, un nipote quindicenne che adora. Albino è rimasto vedovo dodici anni: “ho lasciato che il tempo mi scorresse addosso, ci sono voluti parecchi mesi, ho visto mia moglie esalare l’ultimo respiro che non è un solo modo di dire, ma un fatto esistenziale enorme. Non sapevo cucinare, ho imparato l’abc della cucina ed ho cercato di reagire vivendo”.

Si definisce un po’ pigro per natura, mentre l a moglie era molto attiva, ma Albino Mazzini non è tipo da annoiarsi. “ Trascorro molto del mio tempo a leggere, quindi non mi sento solo, ho un buon appetito, talvolta vado al ristorante perché non ho voglia di mettermi a cucinare, passeggio, anche se l’età si fa sentire sulle mie anche, ho collaborato per oltre vent’anni con l’Università della Terza Età ed ho contribuito all’informatizzazione della stessa e dal 2008 al 2011 ho fatto parte del Consiglio direttivo”.

A questo proposito va detto che Albino è un uomo altamente tecnologico  (alla faccia di certi nativi digitali, foche da tastiera, n.d.a.) , ha un profilo Fb che cura personalmente ed utilizza molte app delle quali ha il cellulare ben fornito.  “Nel 1985 la De Agostini è stata la prima azienda novarese ad informatizzare i sistemi, quindi sono poi rimasto dietro ai tempi.”

Recentemente, tramite telefono, ha cambiato i gestori di luce e gas, come se niente fosse, in completa autonomia.

Albino Mazzini ha viaggiato molto in giro per il mondo : “Con i miei amici, che purtroppo sono quasi tutti venuti a mancare, siamo andati fino a Capo Nord”.

Parecchie le sue pubblicazioni poetiche che hanno partecipato e vinto diversi premi: “Nel 1986 mi sono aggiudicato il Premio Gozzno con  Serenata a nessuno , e nel 1988 per la narrativa il Premio del Consiglio dei Ministri a Piacenza, oltre ad altri premi, tra cui quello ad Acqui Terme.”

“Mi piace molto ascoltare la musica classica, dal pc o su You Tube. Televisione ne vedo pochissima, amo il tennis e la notte mi tiene compagnia, a volume basso, la radio di Confindustria. Per fortuna dormo bene ed anzi, talvolta, alla mattina, indugio un’oretta in più nel letto. Mi piacciono molto la montagna ed il mare ed apprezzo il cinema”.

Conosco Albino da sempre, mi è sempre piaciuta la sua serietà unita ad una profonda saggezza. Ho imparato da subito a leggere ed apprezzare le sue poesie, spaccati di vita nelle quali compito del Poeta è quello di compenetrare l’anima del lettore. Albino ci è sempre riuscito molto bene. La sua poesia, talvolta dai toni crepuscolari ( a me tanto cari in talune accezioni) è intrisa di ricordi, di immagini impresse nella memoria, ma non è mai patetica, né scontata. Le esperienze, anche le più difficili, sono scritte in poesia con grande lucidità.

Non ci si vede spesso, ma di lui serbo un ricordo molto dolce; c’è un’immagine sopra le altre, quella di lui a teatro con la moglie, una coppia serena, affiatata.

E’ bello sentirlo parlare, talvolta intercala l’italiano con espressioni dialettali, sempre curate. Così come è curato il suo aspetto, come le sue mani, affusolate, da pianista.  Mi racconta del tempo di guerra, della lunga assenza del padre ma del riconoscerlo subito in stazione, quando lui era ancora piccolo ma lo distinse fra tutti. 

Per usare un’espressione cara a Gassmann, c’è un “grande avvenire dietro le spalle” di quest’uomo.  Nella sua sobrietà e distinzione, nell’eleganza della pochette rossa, piegata ad arte ed in bella mostra nel taschino della giacca, ho davanti a me un uomo estremamente attivo, razionale, ma con un animo da vero poeta. C’è storia nelle sue parole, tanta novaresità che purtroppo va sempre più perduta.

E’ uno di quegli amici che non serve vedere spesso per continuare a volergli bene.

Grazie Albino caro.

Manuela Peroni Assandri

 

 

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