
NOVARA -07-01-2022 -- Colto, avventuroso, signorile: Maurizio Leigheb nato a Novara 80 anni fa è un signore distinto, molto giovanile e di gran bell’aspetto. “Ero la pecora nera della famiglia – mi racconta- ero un ribelle, non volevo seguire carriere accademiche ed ho avuto un padre molto severo che, se dapprima era in conflitto con me, poi divenne il mio più grande ammiratore”. Dal padre tuttavia ha preso il dono della pittura, in quanto anch’egli dipingeva.
Poi il primo viaggio giovanile, un po’ per cronaca, ma in tempi in cui per gli Italiani andare in India, alla fine degli anni Sessanta, era pressoché impensabile.
“Ho fatto un viaggio da solo per otto mesi, tra difficoltà, privazioni, differenze linguistiche, ma la conoscenza di nuovi Paesi mi ha fatto davvero capire cosa significa viaggiare”.
Etnologo, scrittore, ha visitato oltre 90 Paesi extra europei, ha partecipato a 17 spedizioni tra gli Indios ed altrettante in Nuova Guinea. Ha effettuato 100 documentari su Paesi diversi, ha conosciuto etnie, civiltà, che ha raccontato oltre che nei suoi libri anche in trasmissioni Per la Rai e per Mediaset oltre che per emittenti straniere. E’ un profondo studioso e conoscitore delle problematiche etniche e sociali.
“Viaggiare – mi dice – insegna tante cose, ad affinare il carattere, l’autonomia psicologica, insegna ad essere ‘nessuno’ in mezzo ad altre persone ed il tuo status d’identità non può che confrontarsi con quello delle popolazioni incontrate e la loro identità; ciò mi ha permesso di diventare più forte, anche se non è sicuramente mancata un po’ d’incoscienza”.
Quest’uomo che è anche pittore e fotografo (“Dieci, quindici reportage all’anno per tesate importanti’’), porta in sé un bagaglio di emozioni ed un patrimonio di conoscenze e di umanità inestimabili. Dalle sue parole, dall’entusiasmo, se pur pacato, con cui parla della sua lunga vita di viaggiatore, ciò si evince pienamente.
“Ogni volta che tornavo a Novara, desideravo partire verso nuove esperienze, dove i valori essenziali esistono ancora e sono il fondamento della vita.”
E’ orgoglioso e stupito che il suo nome compaia nell’Enciclopedia Treccani, ma è un encomio totalmente meritato.
Ne suo ultimo libro “Mondi perduti” racconta cinquant’anni di viaggi che oltre essere un’appassionata biografia, è un vero compendio di conoscenze e di esperienze acquisite e maturate sul campo, dall’India all’Africa, dall’Indonesia all’Amazzonia, dall’Ecuador, alla Nuova Guinea.
Maurizio Leigheb esprime tutta la sua gratitudine alla moglie, che lui stesso definisce “molto paziente con me” e a sua figlia per aver sopportato le lunghe assenze del padre.
La chiacchierata volge al termine e mi sento un po’ Salgari che non si mosse da casa sua, eppure seppe descrivere, nei suoi romanzi d’avventura, ambienti, usi e costumi di popolazioni a lui lontanissime ed in un’epoca storica priva di ogni mezzo tecnologico. Maurizio Leigheb mi ha arricchita sulla geografia di luoghi sperduti, sulle usanze di Popoli lontani, sulla ricchezza che ciascuno di essi porta in sé.
Un’ora di racconto ed io decisamente a bocca aperta (se pur sotto la mascherina).
Grazie Maurizio.
Manuela Peroni Assandri


