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matteo ruffo

NOVARA - 16-12-2021 -- Dolce, pacato, profondo: Matteo Ruffo è un violinista, il cui amore per la musica permea la sua vita. Nato a Novara il 5 dicembre del 1987, cresce in una famiglia appassionata di musica; i genitori non la praticano, ma comprendono la passione del figlio, lo assecondano, con tanto coraggio. Ad 8 anni Matteo studia al Conservatorio di Novara, conosce il M° Ettore Borri che vede subito nel bambino il talento. “ Sono contento che abbiamo ripreso a collaborare all’interno dell’Associazione Amici della Musica e ora faccio parte del Comitato Giovanile.” Insieme a Borri ha eseguito magistralmente lo scorso 13 dicembre  ‘La Sonata a Kreutzer “ di Beethoven, nell’ambito del Festival Cantelli.

Nel 2004 Matteo Ruffo si diploma al Conservatorio Guido Cantelli sotto la guida di Glauco Bertagnin  e nel  2015  consegue il Diploma di composizione a Torino con Giorgio Colombo Taccani. Ha ricevuto una importante commissione dalla Filarmonica della città subalpina. Si è perfezionato con Tibor Varga, uno dei più grandi musicisti del Novecento, presso l’Ecole Superieure de Musique de Sion e con Roberto Ranfaldi e Ana Chumachenco all’Accademia Perosi di Biella.

Ricorda sorridendo il suo “debutto” a 8 anni all’area mercatale di Cameri nell’ambito di una festa a cui le sue maestre lo avevano incitato a suonare. Mi racconta dei primi concorsi e i dei concerti premio; poi la vittoria alla Rassegna Giovani e la sua lunga collaborazione con i Solisti Veneti, dal 2006 al 2011, con i quali si è esibito regolarmente anche in qualità di solista ed ha intessuto una forte amicizia, basata sulla profonda stima e sugli insegnamenti di Claudio Scimone.

“Nel 2010 ho partecipato ad un Concorso per Orchestra e dal 2011 sono membro dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Sono orgoglioso del mio ruolo e di appartenere a questa Orchestra, ho la possibilità ogni giorno di imparare dai Direttori che si alternano sul podio e dai colleghi con i quali ho un rapporto profondo, fatto di tanta collaborazione”. Matteo suona nei violini di prima fila ed è primo violino del Quartetto Perosi con il quale ha inciso un disco con musiche di Schubert. E’ reduce da un concerto al Quirinale.

Laureato in Filosofia, e la sua formazione in tal senso si sposa perfettamente con la sua scelta professionale, nel 2012 a Torino con laurea magistrale, ha pubblicato articoli su prestigiose riviste e nel 2017 ha pubblicato il suo primo libro “Asimmetria, contingenza e potere della verità in Michel Foucault”. Ama leggere di tutto, con una predilezione per  José Saramago. Ama la montagna e tira di scherma.

“Nel mio futuro, da un paio d’anni penso alla direzione d’orchestra che è la forma più completa di fare musica, ma non sono ossessionato da questo obiettivo. Il desiderio più grande è migliorare la conoscenza della musica  e dello strumento”.

Trascorriamo quasi due ore a chiacchierare, prevalentemente di musica, Matteo è un giovane uomo profondamente educato, con il quale confrontarsi è davvero un piacere; la sua grande preparazione, il ruolo prestigioso che riveste, vanno di pari passo con un’umiltà che non può passare inosservata. Esprime con la voce, con lo sguardo, con i gesti l’amore per la musica ed il profondo senso di appartenenza che ha con la sua Orchestra. Ama Torino e me  lo avvicina ulteriormente. Della città subalpina ha la compostezza, l’alacrità nel lavoro e la discrezione nel non apparire a tutti i costi.

Su una sedia, in mezzo a noi, il suo violino, un “Celestino Farotto” del 1923 di Milano. La sua silenziosa presenza, mi fa concentrare ancora di più su ciò che Matteo racconta. Ogni tanto getto lo sguardo sulla custodia e ciò mi dà ulteriore serenità.

La nostra chiacchierata termina, usciamo dal bar, è una fredda sera di dicembre, Matteo deve ancora prendere un treno per andare a casa, a Trecate, io il bus per rincasare.  Ci abbracciamo ed ho l’impressione di conoscerlo da sempre. E’ la prima persona a cui auguro Buon Natale quest’anno , ma soprattutto gli auguro  successo e di restare la bella persona che è nel profondo della sua anima.

Grazie, Matteo, per ciò che mi hai trasmesso.

Manuela Peroni Assandri

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