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NOVARA - 03-11-2021 -- Nel pomeriggio di venerdì 29 ottobre la Polizia di Stato di Novara ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di I.M. di 31 anni e  M.Z. di 29 anni, originari del Pakistan e dimoranti in questa provincia da diversi anni, in quanto responsabili in concorso tra di loro dei reati di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate ai danni di un connazionale.
 
L’episodio è avvenuto nella tarda mattinata del 14 settembre in centro città, nelle vicinanze della stazione ferroviaria. La vittima, A.U. di anni 35, anch’egli originario del Pakistan, mentre si trovava a bere un caffè insieme a un conoscente a un tavolino esterno di un bar ubicato sotto i portici di piazza Garibaldi è stato avvicinato da un suo connazionale che, improvvisamente, gli ha sottratto il telefono cellulare che aveva appoggiato sul tavolino. L'uomo, sorpreso e infastidito dal gesto, ha provato a chiedere spiegazioni: il suo connazionale l’ha subito zittito intimandogli di consegnare immediatamente sia il telefono cellulare sia il denaro contante che aveva al seguito e che in caso contrario, sarebbe stato picchiato violentemente.
 
Credendo che il soggetto fosse da solo, ha cercato di reagire al comportamento intimidatorio tentando di riprendersi il telefono cellulare. Tuttavia, appena il malcapitato ha provato a reagire, l’aggressore, che aveva già in mano un secondo telefono cellulare, faceva una breve telefonata e dopo pochi istanti è stato raggiunto alle spalle da altri suoi connazionali, uno dei quali armato di una mazza da baseball, che repentinamente si scagliavano su di lui iniziando a colpirlo brutalmente.
 
Mentre la vittima cercava di ripararsi dai violenti colpi che stava ricevendo dal soggetto armato della mazza da baseball, anche il connazionale che aveva preteso il denaro iniziava a colpirlo incitando nell’azione i complici dicendo di colpirlo più forte e ucciderlo. 
Avendo percepito che gli avventori presenti avevano allertato le forze dell'ordine, gli aggressori hanno interrotto il violento pestaggio e si sono dileguati velocemente a piedi dall’area della stazione. la vittima è stata accompagnata da un suo conoscente al pronto soccorso.  

L’intervento immediato degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Novara ha permesso di raccogliere consistenti elementi a carico di I.M. e M.Z al fine di comprovare le rispettive responsabilità, mediante l’analisi dei filmati dell’area interessata all’evento, nonché all’immediata escussione dei testimoni presenti. Grazie a tale attività è stato dimostrato che I.M. non ha avuto alcun indugio a mettere in atto il suo comportamento nonostante fosse pieno giorno e in un luogo frequentato da molte persone e, vista la reazione posta in essere dalla vittima, non ha esitato a chiamare i complici che sono giunti in brevissimo tempo, segno questo che erano già pronti all’azione violenta.
 
Nondimeno, l’utilizzo da parte di M.Z. di una mazza da baseball, e il fatto che questa fosse prontamente reperibile al momento del “bisogno” mostra la pericolosità sia dei soggetti arrestati sia dell’azione da loro posta in essere ed emerge una più generica riluttanza delle norme sociali e giuridiche.
 
La pericolosità dei due è peraltro confermata dal timore che questi soggetti incutono. Infatti, la vittima, che ha collaborato alle indagini riconoscendo i suoi aggressori, si è dovuta trasferire temporaneamente all’estero temendo per la propria incolumità e quella dei propri cari e anche per cercare di ritrovare la serenità perduta in seguito all’aggressione che ha determinato un forte stato di malessere non solo fisico.
 
Il quadro accusatorio, vista la gravità delle condotte poste in essere in considerazione della pericolosità sociale mostrata e della facile previsione di una reiterazione del delitto, è stato pienamente condiviso dal G.I.P. del Tribunale di Novara che, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di I.M. e M.Z.
 
I due soggetti sono stati quindi tratti in arresto ed associati presso la Casa Circondariale di Novara a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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