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djalali consiglio regionale

TORINO - 11-12-2020 -- Voto unanime del consiglio regionale per chiedere la liberazione di Ahmadreza Djalali il ricercatore iraniano che aveva lavorato anche per il Crimedime dell'Università del Piemonte Orientale a Novara, condannato alla pena capitale nel suo paese di origine in quanto accusato di spionaggio.


“Il voto unanime del consiglio regionale conferma che quella per Ahmadreza Djalali è una battaglia condivisa da tutti per i diritti e per la libertà. Ringrazio tutte le forze politiche presenti in Consiglio” dichiara il consigliere Domenico Rossi primo firmatario dell’Ordine del Giorno presentato per chiedere a Regione Piemonte di attivarsi presso ogni sede competente a favore della liberazione di Ahmadreza Djalali cittadino onorario di Novara e già ricercatore presso l'Università del Piemonte Orientale come esperto di Medicina dei disastri e assistenza umanitaria.
“Sul grande tema dei diritti umani, di cui oggi ricorre la giornata internazionale - prosegue Rossi - abbiamo la responsabilità e il dovere di cercare convergenze, le più ampie possibili. Il caso di Ahmad, la sua ingiusta detenzione e condanna ci riguarda tutti. Non dobbiamo arrenderci e fare tutto ciò che è in nostro potere per chiedere la sua liberazione: mi auguro che questa nostra iniziativa, insieme alle molte altre nate in questi giorni o che proseguono da anni, contribuisca a sbloccare la situazione così che Ahmad possa tornare presto dalla sua famiglia”.


Anche vicepresidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Riccardo Lanzo esprime la propria riconoscenza all’aula di Palazzo Lascaris, ringraziando in particolare il consigliere novarese del Pd Domenico Rossi, per l’approvazione dell’ordine del giorno presentato in difesa di Ahmadreza Djalali, il ricercatore 46enne che ha vissuto a Novara, dove ha collaborato con l’Università del Piemonte Orientale, e oggi condannato a morte dal governo iraniano con l’accusa di spionaggio.
“Una presa di posizione forte, necessaria e purtroppo non più procrastinabile – commenta il vicepresidente Lanzo – visto che lo scorso primo dicembre l’avvocato del dottor Djalali ha comunicato alla sua famiglia che la sentenza di morte sarebbe stata eseguita nel volgere di pochi giorni, prima che la corte Teheran concedesse una breve proroga non comunque ad oggi quantificata. L’ordine del giorno votato oggi rappresenta un atto di profonda denuncia e condanna che arriva al termina di una lunga battaglia che la comunità internazionale, il nostro Paese, la nostra Regione e il Comune di Novara, di cui Djalali è cittadino onorario, hanno intrapreso per evitare una sentenza di morte che rappresenta una intollerabile negazione dei diritti umani, civili e giuridici. Mai come oggi è necessario tenere alta l’attenzione su questo caso e fare sentire la voce del Piemonte, che sempre si opporrà alla barbarie di una sentenza capitale nei confronti di un uomo accusato senza prove e vittima  di un caso giudiziario indegno di un Paese civile”. 


 

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