
NOVARA - 25-11-2020 -- La “violenza di genere”
continua ad essere un fenomeno seriamente presente su tutto il territorio nazionale, in molte realtà anche in aumento.
In provincia di Novara si è fortunatamente assistito ad una diminuzione dei casi, come reso noto dalla Questura in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Prendendo in esame i primi 9 mesi del 2019 e mettendoli a confronto con il corrispondente periodo del 2020 emerge che nella provincia di Novara si è verificata una lieve una diminuzione in ordine a tutti i principali reati cosiddetti “spia” rientranti nell’ambito della violenza di genere.
Il numero dei femminicidi è rimasto, invece, costante registrandosi anche quest’anno, come in quello precedente, un evento omicidiario con vittima una donna e commesso dall’ex partner.
La diminuzione dei reati riconducibili alla violenza di genere si ritiene debba essere ricondotto a diversi fattori tra i quali sicuramente si annoverano l’introduzione della normativa del “codice rosso”, l’adozione, su direttiva della Procura della Repubblica di Novara, di specifici protocolli operativi attuati quotidianamente nella trattazione delle pratiche e volti a creare una concreta e fattiva collaborazione tra Autorità Giudiziaria, Forze dell’Ordine e tutti gli altri enti coinvolti (ASL, Servizi Sociali, Centri Anti Violenza) ed infine, ma non certo meno importante, l’elevata attività di prevenzione e sensibilizzazione messa in atto nel corso degli anni che ha innestato quel cambiamento culturale in relazione al quale la riduzione dei casi è certamente un effetto.
Dal 9 agosto 2019 (data di entrata in vigore del cosiddetto “Codice Rosso”) ad oggi, la Squadra Mobile, della Questura di Novara – al cui interno è presente una sezione dedicata (II sezione - reati contro la persona in danno di minori e reati sessuali) formata da personale specializzato e con lunga esperienza nel settore – ha trattato oltre 200 casi concernenti fattispecie di reato riconducibili alla violenza di genere.
L’entrata in vigore della normativa "Codice Rosso” ha prodotto una notevole accelerazione dell’indagine in quanto, sebbene i tempi di intervento siano sempre stati estremamente veloci in ragione della natura e serietà dei reati, con questa riforma è stato anticipato il contatto con l’Autorità Giudiziaria al quale la notizia di reato deve essere comunicata immediatamente, anche in forma reale. Quest’ultima direttamente o delegando la Polizia Giudiziaria dovrà sentire la parte offesa entro 3 giorni con la conseguenza che l’audizione delle vittime, salvo casi particolari, dovrà obbligatoriamente avvenire in tempi ristrettissimi.
Tutte le attività di indagine hanno avuto esito positivo ed hanno consentito la ricostruzione dei fatti, inoltre per alcune di esse sono stati effettuati arresti in flagranza, fermi di indiziato di delitto o emessi provvedimenti cautelari.
In particolare, nel periodo in considerazione, dall’entrata in vigore della normativa ad oggi, sono stati eseguiti un arresto in flagranza, un fermo di indiziato di delitto e 36 misure cautelari di cui 9 custodiali (custodia cautelare in carcere ed arresti domiciliari) ed altre non detentive (divieto di avvicinamento e/o allontanamento dalla casa familiare e divieto di dimora).
"Nonostante si sia registrata una lieve diminuzione del fenomeno sul territorio della provincia di Novara e si siano ottenuti brillanti risultati nell’accertamento e nella repressione di tali tipologia di reati - si legge in una nota diffusa dall Questura - permane tuttavia una violenza “sommersa”, soprattutto all’interno di alcune culture, motivo che determina grandi difficoltà nello sporgere denuncia. Anche in assenza delle suddette barriere culturali, molto spesso la donna manifesta ancora difficoltà, nel segnalare i casi di violenza subita probabilmente a causa della vergogna e della paura di eventuali ritorsioni".



