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Il Timone Novara
NOVARA – 15-09-2020 -- L’arrivo di un figlio

disabile rappresenta un momento di forte stress all’interno della famiglia; è fondamentale, quindi, intervenire il prima possibile sia per favorire lo sviluppo cognitivo, prevenire o contenere patologie del linguaggio e favorire la capacità comunicativa e relazionale del soggetto, sia per sostenere i genitori e accompagnarli nel percorso di terapia e di educazione del proprio figlio.
L’associazione Il Timone ETS APS opera da anni per sopperire alle carenze delle strutture statali, offrendo servizi curati da un team multidisciplinare di professionisti (psicologi, logopedisti, esperti di psicomotricità).
Fondazione Comunità Novarese onlus ha scelto di sostenere sul “Bando 7 Socio Assistenziale 2020” il progetto “Terapia e sostegno al Timone” che coinvolgerà 36 bambini con disabilità (dai 10 mesi ai 14 anni) e relative famiglie, alcuni dei quali segnalati da Asl Novara e Servizi Sociali del Comune.

Il progetto, che ha ricevuto da FCN un contributo di 23.300 euro, prevede azioni terapeutiche destinate a migliorare il benessere dei giovani disabili e delle rispettive famiglie; nello specifico: rafforzamento della psicomotricità, sostegno psicologico e sostegno logopedico. La durata del progetto è di 9 mesi, a partire da ottobre. Durante tutte le terapie, i genitori spesso entrano in stanza per apprendere come stimolare al meglio il proprio figlio, ma a causa delle nuove normative anti covid-19, si limiterà al minimo l’accesso in sede ai genitori attivando un servizio di accompagnamento del bambino da parte di un assistente educativa.

Da sempre la nostra attenzione è rivolta non solo ai disabili – dice Ugo Negri, Segretario Generale di “Il Timone” – ma anche alle loro famiglie. Operiamo per offrire, anche a chi non riesce ad essere seguito da altri enti, percorsi terapeutici continuativi che garantiscono risultati positivi. Un altro elemento centrale è il coinvolgimento di quelle figure che seguono il bambino anche al di fuori dell’associazione come la baby sitter o l’insegnante di sostegno così da costruire insieme un progetto completo e coordinato, adattato a tutte le esigenze dell’utente. La terapia coinvolge anche i genitori che apprendono come interagire con il proprio figlio, come guidarlo e come gestire la quotidianità per non vanificare i risultati ottenuti durante la terapia. Questi ultimi mesi sono stati molto complicati; ora ricominciamo con tutte le misure del caso; con cautela ma anche con molto entusiasmo”.

Oggi ancora di più – commenta il Presidente della Fondazione Comunità Novarese onlus Cesare Ponti – crediamo nella necessità di progetti come questo. Ripartire, riaprire i centri, far ritrovare i ragazzi e le proprie famiglie è indispensabile per restituire un senso di normalità e di futuro. Non è stato facile per nessuno ma non possiamo nascondere che ci sono famiglie per cui il lockdown ha avuto un significato diverso e ha portato problematiche ancora più pesanti. Ora è il momento di ridare spazio ed equilibrio a chi si è sentito davvero perduto”.

 

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