VERBANIA - 09-03-2020 -- È iniziata la prima settimana,

quella che le autorità annunciano come determinante per comprendere l’efficacia delle misure adottate, del provvedimento che domenica mattina ha trasformato la Lombardia e altre 14 province del centro-nord Italia (Vco compreso) in “aree a contenimento rafforzato”. Questa la terminologia ufficiale da utilizzare. Ma, a prescindere che la si chiami “zona rossa” o “zona arancione”, è un territorio in cui è fortemente indicato non muoversi.

Il divieto assoluto di lasciare il proprio domicilio è indirizzato a chi è in quarantena, in isolamento domiciliare. Per tutti gli altri l’invito è quello di spostarsi solo per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità per motivi di salute. Che cosa significa? Il chiarimento è arrivato con la circolare ai prefetti -è demandato a loro il compito di coordinare i controlli sul territorio- del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che fissa alcuni paletti. Il primo sono i controlli. Sulle strade, alle stazioni ferroviaria e negli aeroporti polizia, carabinieri, polizia locale e forze dell’ordine potranno effettuare controlli. Chiederanno l’identità, la meta e il motivo del viaggio e potranno acquisire un’autocertificazione che, in caso di falsità, vale come illecito penale.

Per chiunque non rispettasse l’ordinanza scatta l’ipotesi della violazione dell’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità), una contravvenzione che comporta l’arresto fino a tre mesi e una multa fino a 206 euro. Ma non è escluso che possa scattare il 452: delitti colposi contro la salute pubblica che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica.

Già ieri, intanto, a Verbania i carabinieri e la polizia municipale hanno effettuato controlli sul rispetto dell'ordinanza di chiusura dei locali pubblici alle 18 (nella foto).