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squadra mobile immigrazione

NOVARA - 04-03-2020 - La Polizia di Stato

di Novara, nel corso del 2018, ha riscontrato anomalie su alcune istanze di rinnovo del permesso di soggiorno depositate da cittadini stranieri. In particolare, gli approfonditi accertamenti amministrativi, esperiti dall’Ufficio Immigrazione, hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un vero e proprio meccanismo fraudolento finalizzato a trarre in inganno la pubblica amministrazione, e volto all’emissione o al rinnovo dei titoli di soggiorno. L'indagine, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Novara e gli investigatori della Squadra Mobile di Novara, ha fatto emergere l’esistenza di un vero e proprio collaudato “sistema” che permetteva di eludere le normative sull’immigrazione: i cittadini stranieri, seguendo le direttive del titolare di una nota e compiacente “agenzia di pratiche per stranieri” ubicata in città, registravano delle ditte individuali con lo scopo di dimostrare la presenza di un reddito e un volume di affari, che avrebbero consentito di ottenere il titolo di soggiorno od il rinnovo dello stesso, pur in assenza dei requisiti.  Oltre trenta pratiche, erano viziate da varie irregolarità: i richiedenti, in realtà, non prestavano alcuna attività lavorativa, a differenza di quanto veniva dichiarato e documentato con la presentazione delle domande di rilascio o di rinnovo del permesso di soggiorno. In particolare, gli istanti, al fine di giustificare il loro volume d’affari, presentavano all’Ufficio Immigrazione delle fatture per delle operazioni inesistenti, e dei falsi bilanci predisposti, “ad hoc”, da un tributarista compiacente con l’agenzia di pratiche.

A seguito delle evidenze investigative, visto il numeroso materiale probatorio raccolto, la Procura della Repubblica di Novara ha richiesto al gip l’emissione di una misura cautelare nei confronti dei due principali attori del meccanismo fraudolento. Sono state emesse, nei confronti di B.M, classe 1966, cittadino tunisino, titolare dell’agenzia di pratiche per stranieri, la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre nei confronti di R.M., classe 72, cittadino italiano, il tributarista connivente, e la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

 

 

 

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